La riforma del catasto: gli obblighi dei proprietari

La riforma del catasto: gli obblighi dei proprietari

Ormai eravamo tutti pronti alla riforma sul catasto, ma proprio all’ultimo momento tutto è stato bloccato. A mettere un freno alla rivoluzione prevista ci sarebbe un principio cardine della stessa riforma, ossia il divieto di aumentare le tasse sugli immobili. In pratica, se aumentano i valori catastali allora devono scendere in egual misura le tasse sugli immobili.

Nel frattempo come si devono comportare i proprietari di alloggi e fabbricati? Stando dalle prime indicazioni arrivate dall’Agenzia delle Entrate chi possiede un immobile che rientri nella categoria ordinaria (ossia: case familiari e tipiche, negozi, magazzini, studi, cantine, posti auto e uffici) potrà autocertificare le caratteristiche della propria abitazione tramite un apposito modulo.

Spieghiamo meglio. I proprietari di immobili a Torino ed in tutta Italia potranno inviare ai Comuni e all’Agenzia delle Entrate i dati che al momento mancano per poter avviare la riforma catastale. Non sarà necessario far ricorso a dei professionisti. Alcuni dati potranno essere richiesti anche dall’amministratore di condominio, che potrà integrare quanto manca. L’aiuto di un professionista sarà necessario (ma ovviamente non obbligatorio) per gli immobili che non rientrano nella categoria ordinaria.

Secondo alcune indiscrezioni di stampa l’Agenzia delle Entrate potrebbe mettersi in contatto direttamente con i proprietari e gli amministratori di condominio, inviando loro dei questionari per la raccolta dei dati (la riforma del condominio ha, infatti, modificato i compiti di chi si occupa della gestione di immobili).
In definitiva come cambierà il catasto? Probabilmente diremo addio alle case popolari e agli immobili di lusso, infatti, vi sarà un’unica categoria. Scomparirà, quindi, la classificazione A/1, A/2, A/3: gli appartamenti rientreranno quindi nella sigla “O/1”.

Ci sarà un’altra grande novità che interesserà chi deve comprare e vendere casa a Torino ed in tutta Italia: cambierà il metodo di misurazione degli immobili, non sarà più possibile parlare di vani, ma solo di metri quadrati. Oltre a questi, a quantificare il valore di una casa ci saranno anche: l’ascensore, il piano, l’affaccio e la superficie. La singola zona, l’ubicazione e la conservazione serviranno a perfezionare i criteri di valutazione della rendita catastale.
Per i fabbricati speciali, al contrario, si procederà mediante stima diretta. Le rendite, invece, saranno calcolate applicando saggi di redditività media ai valori patrimoniali.

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